Pensieri

18/03/2010

il Maestro ...il " mio Maestro"

                                                  " Il Maestro " ...il mio Maestro
Nell'immaginario del nostro mondo " il Judo" si è sempre parlato del maestro e dell'allievo e di come dovrebbe essere questo rapporto. Vorrei fare una premessa, sicuramente necessaria per dare un senso a questo pensiero.
Fin da quando ho cominciato a praticare Judo i miei obbiettivi non erano rivolti solo alla pratica e allo sport ma a qualche cos'altro, forse ad una quida o a chi potesse aiutarmi a capire ciò che stavo facendo. Penso di essere stato fortunato nella mia piccola storia, ho avuto diversi insegnanti e ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa, però sono sempre stato io a cercare quel " qualcosa" e mi ci sono buttato con il cuore e non con la ragione.
Racconto questo aneddoto : nei metà anni 70 feci una scelta, seguii la Scuola e lasciai lo sport. Aderii all'Ass. Amici del Judo e di conseguenza il percorso della Scuola di Judo, e rimasi attratto dal carisma del M° Barioli. L'ho seguito per diversi anni, ma verso la fine degli anni 80, per situazioni che non mi sento di spiegare mi allontanai da Barioli. Ci scrivemmo parecchie lettere nelle quali io ribadivo che se per imparare dovevo diventare un cagnolino la cosa non faceva per me. Barioli mi rispose (conservo ancora la lettera! ) che lui avrebbe dato la cosa più preziosa per avere ancora vicino il suo maestro Kenshiro Abbe. Non capii allora e per tanti anni ancora ciò che voleva dirmi con queste affermazioni.
Nelle mie esperienze in Giappone ho avuto modo di essere stato scelto ( che cosa brutta! ) come allievo da un Maestro molto famoso, 8° dan, insieme ad un'altra persona e la cosa mi ha fatto onore. Però il mio cuore non era stato catturato, mi sembrava che fosse un cosa più per gli altri che per noi stessi, almeno per me, e il tempo ha reso le cose più nitide. Negli anni a seguire è  rimasto il rispetto ma i nostri rapporti sono cambiati. Nel frattempo ho avuto l'opportunità di praticare con il M° Osaka Eijiro, 8° dan, un signore abbastanza anonimo, almeno nell'immaginario occidentale, non è un insegnante ufficiale del kodokan, non è stato un campione mondiale nè olimpico, solamente un judoka che ha avuto l'opportunità di studiare con i migliori Maestri del giappone per'altro allievi diretti di kano Jigoro. La semplicità e la bravura di Osaka Sensei è invece conosciuta in Giappone dove è stimato per  correttezza e serietà , oltre che competenza. La sua conoscenza del Judo si perde nella Tradizione, quella vera, ed è facile sentire affermare che lui insegna il vecchio stile, pur conoscendo le forme attuali. Anni addietro io e l'amico Gianni (Volpi) fummo assorbiti dalle attenzioni del M° Osaka il quale non ci lasciò un minuto liberi, condividendo momenti di intensa pratica la quale fù ripagata con la nostra bella prestazione al Kata Contest del 2008. In quella occasione il M° Osaka mi consegnò un suo oggetto personale datogli dal kodokan per premiare 30 anni di partecipazione ininterrotta al corso dei kodansha. Nonostante questa attenzione nei miei riguardi non mi catturò, nonostante che il gesto mi onorasse. Gli ultimi giorni in Giappone facemmo randori al kodokan e passammo tutta la serata a fare randori, senza mai cambiare, sempre tra di noi. Alla fine, stanchi come non mai, almeno io, mi abbracciò e lì....mi  catturò. Barioli Cesare Sensei aveva ragione, in questi casi succede qualcosa che non si comprende con la testa ma con li cuore, e come successe a lui con Abbe Sensei posso dire con gioa che anch'io ho finalmente il mio Maestro, senza imposizione o forzature.
    

Gigi Moscato