Considerazioni

16/11/2024

Ukemi - l'Arte di cadere

Uke - Mi l'arte di non farsi male cadendo

Uke = ricevere Mi = corpo

Gigi Moscato - stage insegnanti Modena 16/17 novembre 2024

La traduzione letterale è : Uke ( RU) = ricevere  Mi ( corpo) quindi per estensione , corpo che riceve, attuire l'impatto del corpo, proteggere il corpo dall'impatto con il suolo. Si tratta di un sistema che, propriamente utilizzato, consente di sfruttare la forza dell'avversario e seguirne attivamente la direzione di movimento, evitando nel contempo di riceverne un danno fisico tramite una proiezione. Nell'esecuzione si basa su questo equilibrio tra Uke ( colui che accetta la proiezione) il quale deve conoscere l'arte delle cadute e quindi è in grado di non ferrsi , e Tori ( colui che esegue la proiezione) e che agisce nello spirito di rispetto per il compagno di pratica, assicurandosi della sua incolumità. L'obbiettivo del combattimento reale , o SHINKEN SHOBU , er quello di bloccare l'avversario in maniera da poterlo finire con un Atemi o con uno strangolamento o un colpo di spada, oppure se proiezione c'era, questa doveva essere tanto rovinosa da procurare, se non la morte, almeno seri danni a chi la subiva. Al giorno d'oggi la " spettacolarzzazione" di molte arti marziali ha reso i praticanti più simili ad acrobatici ballerini che a seri marzialisti : cadute volanti, proiezioni cinematografiche e spettacolari capitomboli hanno poco a che fare con lo spirito dell'arte e servono più a stupire gli spettatori e a gratificare l'Ego dell'esecutore che a dare unìidea corretta dei principi dell'Arte. In passato ai principianti veniva insegnata l'arte delle Ukemi in maniera approssimativa e la progressione che in seguito veniva appresa, è il caso di dire, era sulla propria pelle, i tempi della pratica oderna e diverse costituzioni fisiche e psicologiche scongliano di fatto questo approccio, ed infatti la modalità di esecuzione delle cadute sono tra le prime cose che vengono mostrate a chi inizia la pratica. Come tanti concetti alla base delle arti marziali, anche quello delle cadute è " innaturale", l'essere umano ha paura di cadere sin da piccolo, ha paura di ferire il fisico e la reputazione, ha paura di mostrarsi goffo, impacciato, sottomesso e debole. La caduta è interpretata come un sconfitta ed ha volte, pur di non cadere, si rischiano danni peggiori, in realtà cadere è una vera e propria tecnica per consentire al corpo di scaricare adeguatamente l'energia cinetica accumulata durante la proiezione, senza che questa si focalizzi in maniare traumatica su uno o due punti d'impatto. Così l'addestramento alle cadute è un percorso lungo e costante, che deve essere affrontato con gradualità ed attenzione, affrontando e vincendo paure e preoccupazioni consce e inconsce, consapevoli che ciascuno ha i suoi tempi e che " forzare" non è mai proficuo e spesso pericoloso. Lo studio delle Ukemi conferisce sicurezza nei propri mezzi ed è quindi alla base del progresso tecnico. Senza una buona conoscenza delle cadute si avrà sempre paura di essere proiettati e i movimenti del corpo mncheranno di flessibilità e ci sarà tendenza inconscia a porsi in difesa. Vicerversa, se il praticante è ben esercitato in questa tecncica, tutti i movimenti potranno essere ersguiti con decisione e con una spiccata flessibilità fisica e articolare, permettendo uno studio ottimale delle tecniche e di conseguenza un aumento delle capacità di attenzione e controllo. E' questo che gli insegnanti tecnici spiegano spesso ai principianti nell'affrontare tale studio, in quanto le difficoltà che gli allievi riscontrano sono dovute alla loro disattenzione o alla mancanza di controllo del proprio corpo. Decsrivere il modo migliore di eseguire una Ukemi non è e non può essere lo scopo di quest premessa, ma almeno un consiglio ai meno esperti è doveroso, innanzi tutto per una buona caduta è importante fare prima degli educativi con sviluppo graduale, poi è fondamentale comprendere la meccanica piuttosto che affidarsi all'istinto di saltare. La base della caduta è la YOKO UKEMI ( caduta laterale) perchè il 90% delle proiezioni avvengono con il contatto laterale del corpo e poche rotolate ( vedremo in seguito con esempi pratici) . Lo studio parte dalla posizione più vicina al suolo, più sicura e tranquilizzante, po, via via che aumenta la confidenza col gesto e la sua corretta esecuzione si solleva il bacino, sino ad arrivare in piedi e alla forma che più si avvicina alla proiezione, ma ricordando i principi alla base delle Ukemi, e cioè " mai lanciarsi di propria volontà ma aspettare che sia la tecnica a provocarla e disposti ad accettarla, rilassnado il corpo, mantenendo una vigile attenzione e di volta in volta eseguendo la caduta adatta alla tecnica effettuata. Vi sono molte tipologie di Ukemi, adeguate alle varie tecniche che le originano, alla base di tutte vi sono le quattro fondamentali che sono MAE UKEMI ( caduta in vanti) USHIRO UKEMI ( caduta indietro)  MAE MAWARI UKEMI ( caduta in avanti rotolata) eseguita a dx e sx, YOKO UKEMI ( caduta laterale ) dx e sx . Queste sono le cadute ufficiali del metodo KDK, e si eseguono in Tandoku Renshu ( da soli) , che rispecchiano le parti del corpo che prendono contatto con il tatami, ma ve ne sono altre che rispondono alle esigenze più specifiche : ZEMPO ( saltate ) , GYAKU ( inverse) , HOTEN ( girate) . Una nota particolare su KAITEN ; questa espressione indica una maniera di rotolamento che a differenza della Mae Mawari ( avanti rotolata) si può eseguire sia di lato che all'ndietro. Nota Le ukemi eseguite in Sotai Renshu ( In coppia ) si modificano in base alle tecniche di proiezione, segueno esempi pratici.... 

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